ANNO 14 n° 119
Peperino&Co.
Otello a Tuscania
>> di Andrea Bentivegna <<
19/09/2015 - 01:01

di Andrea Bentivegna

VITERBO - Il perfido Jago ha ormai istillato il dubbio del tradimento nella mente di Otello convincendolo che sua moglie Desdemona lo tradisca. Ormai lui è sentimentalmente distante da lei. Il genio di Orson Welles decide di esprimere tutto questo con una sola, eloquente e potentissima immagine: i due protagonisti separati da un possente muro non si guardano più.

Questa scena memorabile è una delle più intense del capolavoro che il regista americano diresse ed interpretò nel 1952 e fu ambientata nella chiesa di San Pietro a Tuscania.

La basilica, uno dei più importanti capolavori della nostra provincia, era in effetti ideale per il film. Un’architettura grandiosa che domina il paesaggio circostante e che, con ogni probabilità, si può far risalire al XI secolo quando Celestino III decise di affidare ad un solo vescovo le città di Tuscania e Viterbo. La splendida facciata, impreziosita dal superbo portale di scuola cosmatesca, introduce in un ambiente austero ma grandioso, suddiviso in tre navate di cui solo quella centrale è impreziosita da un pavimento con intarsi policromi.

In fondo il presbiterio rialzato è separato dalle navate attraverso tre grandi archi che segnano la netta distinzione formale tra i due ambienti. E’ proprio questo il punto che Welles sceglie per questa famosa inquadratura con i due protagonisti lontani: Desdemona è appoggiata ad una colonna sullo sfondo mentre Otello, scuro in volto, domina la scena dall’alto del presbiterio. I due, i cui destini sono ormai inconciliabili, vengono rappresentati visivamente lontani quasi in due diversi ambienti.

Pochi istanti dopo poi ritroviamo Otello, interpretato dallo stesso Welles, nelle sue stanze divorato dai dubbi. Dilaniato dalla gelosia medita il gesto estremo, l’assassinio di Desdemona. Ancora una volta la compenetrazione tra la psicologia dei personaggi e l’ambientazione è totale. La scena è stavolta girata nella cripta della stessa chiesa. L’ambiente, situato al di sotto del presbiterio, è un suggestivo spazio compresso e schiacciato, ricoperto da basse volte sostenute da ben 28 colonne. Otello è sopraffatto dai timori nella penombra di questa angosciante stanza che simboleggiano i meandri oscuri della sua anima.

Il genio di Welles, considerato unanimemente uno dei più grandi registi della storia, si incontra qui con un’architettura tra le più belle e suggestive della nostra terra. San Pietro a Tuscania non fu l’unica location “nostrana” del Otello che utilizzerà, per altre scene, anche la loggia dei Papi e la chiesetta di Santa Maria della Salute. Tuttavia il regista riesce in questo luogo, meglio che altrove, ad adattare un’architettura a uno stato emotivo sfruttando la suggestione di un capolavoro come questa splendida chiesa.





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